La Via Francigena

Ronciglione  "Via di Montagna".

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Descrizione

La Via Francigena che da Canterbury portava a Roma è una via maestra percorsa in passato da centinaia di migliaglia di pellegrini in cammino per Roma. La Via attraversa il territorio del Sistema Etrusco Cimino secondo due direttrici, entrambe provenienti da Viterbo, la "Via di Valle" e la "Via di Montagna".
La "Via di Valle" passa ad ovest del Lago di Vico attraversando i comuni di Vetralla, Capranica e Sutri (circa 23 Km).
La "Via di Montagna" passa invece ad est del Lago di Vico e scende dai Monti Cimini, lambendo Caprarola e attraversando Ronciglione (circa 14 Km).
It is a long walk, without any difficulty, except for its length.   The starting point is Viterbo, and soon you will go uphill through an interesting and uncontaminated valley, which still holds memories of the old pilgrims passage ways.   You will walk along the Cimini ridge amid a typical hilly environment, and then you will go downhill arriving almost at the shore of the Vico lake.   You will border the oriental side of the lake for a long while, walking along a little asphalt road, and you will arrive at Ronciglione on its southern shore.
This stage has numerous escape ways, which you could utilise at any time in order to shorten the stage or to reach locations where to catch either public or private transports.

Fin dall'antichità il territorio cimino era ricoperto da un immenso bosco di probabile carattere sacro, legato al culto di Giove e Venere. Solo nel 310 a.C. i Romani osarono oltrepassare la famigerata Selva Cimina. La Via Cimina è attestata epigraficamente dal I secolo a.C. fino all'età flavia. La Cimina venne utilizzata a partire dall'XI-XII secolo d.C. come variante di "montagna" della Via Francigena, cioè della principale direttrice che dal regno dei Franchi conduceva a Roma.
Mentre la "via di valle" - che fu l'itinerario percorso dall'Arcivescovo Sigerico nel 990 di ritorno da Roma verso Canterbury - era in gran parte coincidente con il tracciato della Via Cassia, dirigendosi verso Vetralla, Capranica e Sutri, la cosiddetta "variante alta" saliva invece da Viterbo sulla caldera del Lago di Vico e scendeva quindi ai piedi del Monte Venere per dirigersi, passando per il borgo di Vico e sotto l'omonimo castello, verso Ronciglione e la chiesa di Sant'Eusebio, per poi ricongiungersi con la "via di valle" a Sutri.
I pellegrini diretti a Roma cominciarono a preferire la variante cimina perché, pur essendo più fsticosa del percorso di valle, era più corta e più sicura dagli assalti dei pirati saraceni che dalle coste tirreniche si spingevano verso l'interno. Durante il Ducato farnesiano lungo la Via Cimina - sin dal quattrocento rinominata "Strada Romana" - furono realizzati vari edifici di notevole rilevanza, come il casale del Procojo, un mulino, una osteria con stazione di posta e un posto doganale in località Poggio Nibbio, ai confini del ducato verso Viterbo.
L'affermazione della "variante alta" determinava infatti un incremento delle entrate nelle casse dei Farnese, sia per l'affitto delle gabelle di transito, tra cui quella che veniva riscossa nel borgo di Vico, sia per i proventi della locazione delle osterie e delle poste dei cavalli. Sotto i Farnese fu inoltre realizzata una nuova chiusa che regolava il livello delle acque del lago, posta in corrispondenza dell'imbocco del cunicolo dell'emissario che fu anch'esso restaurato ai fini di una maggiore produzione agricola e pastorale dei terreni della valle di Vico.
Nel 1788 il tracciato della Strada Romana, che divenne una delle principali "vie postali" dello Stato Pontificio fu spostato - su progetto dell'architetto Filippo Prada - lungo il crinale in direzione della chiesa di San Rocco fino al Poggio Nibbio. Questa deviazione, insieme al coevo ripristino del percorso Viterbo-Vetralla-Capranica-Sutri (dal 1766), decretarono l'abbandono del percorso nella valle di Vico e la decadenza del borgo.
L'antica Via Francigena, che è stata riconosciuta quale "grande itinerario culturale" dal Consiglio d'Europa ed è attualmente candidata come sito patrimonio dell'umanità (Unesco), è oggi percorribile lungo alcuni sentieri della Riserva Naturale del Lago di Vico. Nel territorio del Comune di Caprarola, dal parcheggio di Canale posto ai piedi del Monte Venere si percorrono la "Cassia Antica", dove sono visibili tracce dell'antico selciato, e la "strada di mezzo" fino ad arrivare ai ruderi dell'antica dogana e dell'osteria della Montagna - o "della Rosa" - in località Posta Vecchia.
Sul versante sud del lago, la strada - oggi asfaltata - passa di fronte alla chiesa di Santa Lucia nei pressi del vecchio borgo di Vico. Nel territorio di Ronciglione il tracciato della Via Francigena coincide, nei tratti extra-urbani, con l'attuale Strada Provinciale Cassia Cimina.
Giunti in località Rio Vicano, si può deviare verso via delle Cartiere (dove si può visitare il Museo delle Ferriere) per poi attraversare il centro storico di Ronciglione. In via della Campana, che prende il nome da una campana scolpita sul portale di un antico alloggio per viaggiatori, sorgeva l'ospedale di Cristo, gestito dalla confraternita del SS. Sacramento, che fu divorato dalle fiamme durante l'incendio dei francesi del 1799. Il suo ricordo sopravvive nella vicina fontana che tuttora è detta dell'Ospedale.
Proseguendo lungo la strada provinciale a sud del centro abitato e arrivati a un bivio contassegnato da una croce, la strada sterrata sulla sinistra conduce all'antica chiesa di Sant'Eusebio.

Modalità di accesso:

Accessibile a piedi o su ruota tramite strada asfaltata.

Indirizzo

Orario per il pubblico

Sempre aperto

Contatti

  • Telefono: 076162901

Ulteriori informazioni

Pagina aggiornata il 09/10/2024